Nel XIX secolo in Inghilterra, gli studenti universitari usavano il termine coach, per definire i migliori tutor conferendogli così, capacità e rispetto.

Diversamente negli Stati Uniti, il coach ha un approcio prettamente legato allo sport. Questo fino a quando un’istruttore di Tennis californiano dell’Università di Harvard che risponde al nome di W. Timothy Gallwey, non inizia a parlare per primo della relazione tra stato emotivo e prestazioni sportive.

Negli anni a seguire l’evoluzione del ruolo del coach, ha aperto le porte in molteplici campi tra cui quello personale e quello riguardante le difficoltà di tutti i giorni.

Il coach contrariamente a psicologi, psichiatri e terapeuti, non necessita di una anamnesi del cliente, perché non interviene in alcun modo su eventuali patologie. Il coach lavora sul benessere di persone sane agendo sul presente. Sul qui e ora.

All’interno del colloquio, il coach è lo strumento attraverso il quale, il cliente può attuare il cambiamento di cui ha bisogno, riscoprendo ed utilizzando le proprie risorse ed i propri talenti. Dopo aver stabilito insieme l’ obbiettivo, coach e cliente, lavorano in sinergia per il suo raggiungimento. 

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Coach riconosciuta e regolarmente iscritta all’ Associazione Professionale Coach Italiani APICA
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